Il lago Bajkal è l’evidente dimostrazione che per quanto il percorso possa essere impervio e ricco di ostacoli, la meta finale varrà ogni singolo sforzo. Ci catapultiamo infatti in uno dei luoghi più remoti al mondo, la Siberia Meridionale. Qui, a due passi dal confine con la Mongolia, si trova il cosiddetto lago dei record, inserito nell’elenco dei Patrimoni Mondiali UNESCO. Sesto lago più esteso al mondo con i suoi 31500 chilometri quadrati nonché, soprattutto, più profondo con i suoi 1637 metri di profondità, contiene il 20% dell’acqua dolce del pianeta, calotte polari escluse. E, al suo interno, ospita 27 isole tra cui la terza più grande al mondo con i suoi 730 chilometri quadrati. Ma sono ovviamente questi numeri a giustificare il riconoscimento dell’UNESCO.

Le acque del lago Bajkal sono popolate da otre 2500 specie, alcune non presenti in nessun altro luogo al mondo. Situato in un luogo talmente remoto da far registrare il minimo inquinamento, il lago è caratterizzato da un’acqua cristallina che permette di spingere lo sguardo fino a 40mt di profondità. Le temperature, che in inverno scendono di molto sotto allo zero, danno alla superficie del lago Bajkal uno spesso strato di ghiaccio che diventa il protagonista indiscusso. Grazie all’assenza di neve, spazzata via dai venti, la trasparenza del ghiaccio permettere di scrutare nell’abisso del bacino. E varia da una tonalità vicina al nero, presente avvicinandosi al cuore del lago, passando per il blu fino a diventar trasparente avvicinandosi alla riva. E dando vita a giochi di luce imperdibili per gli amanti della natura.

Il lungo viaggio e difficilissimo viaggio, insomma, potrebbe essere ricompensato già dallo spettacolo offerto dal panorama. E anche dalla taiga che circonda il lago, caratterizzata da ampie foreste boreali e abitata da diversi animali. Non a caso, una delle attività più caratteristiche consiste nel percorrere i 55km del Great Baikal Trail. Non mancano centri termali per chi cerca relax, mentre al centro del lago si può visitare la Roccia dello Sciamano, luogo sacro per la popolazione dei Buriati che abita l’isola di Ol’chon. Per poi ripartire e, magari, concedersi un’avventura a bordo della vicina Transiberiana.