Inutile negare come in questi due anni di pandemia che stiamo cercando di lasciarci alle spalle il settore del turismo abbia risentito di gravi perdite. In particolar modo lo ha fatto quello del trasporto aereo. Prima appunto le restrizioni dovute alla pandemia. Poi i problemi di questa estate con tantissimi voli cancellati o in ritardo e il relativo problema dei rimborsi e delle perdite. Ora, come se non bastasse, ci si mette anche il problema dell’inflazione. Questo della situazione delle compagnie aeree è un problema che sta tenendo banco ormai da diversi mesi e di cui ha parlato anche il responsabile delle attività in Germania di una delle istituzioni dei viaggi low cost, ossia Ryanair. E le parole rilasciate da Andreas Gruber non fanno affatto ben sperare a tutti i turisti sapersi per il mondo.

Secondo quanto detto dal responsabile in Germania di Ryanair, infatti, i prezzi dei biglietti aerei della compagnia low cost sono destinati a partire da questi mesi fino ai prossimi a subire un’impennata ampiamente rilevante. Ovviamente dietro tutto ciò non può non esserci l’aumento del carburante ma al di là delle ovvietà a preoccupare sono le cifre di cui si parla. “Il prezzo medio di un biglietto Ryanair aumenterà probabilmente da 40 a 50 euro: precisamente da 38,6 a 48,2 dollari in cinque anni”. Ma c’è un modo per evitare tutto ciò? Sì, o quanto meno ci si sta provando, secondo quanto riferito da Gruber. “La compagnia aerea sta cercando di ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio con contratti a termine che fissano i prezzi e acquistando paraffina a basso costo per le sue scorte, ma non può ammortizzare completamente l’aumento dei prezzi del carburante” le parole dell’esperto responsabile.
La speranza è ribadita in modo minimo ma più concreto anche da quanto riferito dall’amministratore delegato dell’intero gruppo Ryanair, Michael O’Leary. Secondo lui, infatti, l’era dei voli a basso costo è tutt’altro che finita, anzi. Tuttavia ha ribadito che in questo specifico momento non sono più sostenibili i voli a 9,99 euro. Questo, sì, per il rincaro del carburante. Allo stesso tempo però ha detto anche non appena il cherosene tornerà su prezzi più bassi allora dovrà necessariamente di conseguenza scendere anche la tariffa richiesta per acquistare un biglietto.
Problema su scala globale
L’esempio portato con Ryanair è significativo di certo. Ma questa è ben lontana dall’essere l’unica compagnia ad avere alzato i prezzi dei biglietti aerei. Anche la principale compagnia tedesca, Lufthansa – vera e propria compagnia di bandiera – ha annunciato infatti che le tariffe saranno più alte per tutto il resto dell’anno. In ogni caso guardando la situazione in generale è sufficiente farsi un giro su tutti i vari portali delle compagnie aeree, o anche sui siti più specificamente dedicati agli acquisti dei biglietti, per capire che in questo esatto momento è ben più che semplicemente complesso trovare un biglietto a prezzi convenienti o comunque bassi.
La crisi energia insomma sta soltanto peggiorando un‘intera situazione già complessa. E di conseguenza a oggi le tariffe sono arrivate a prezzi davvero inaccessibili o difficili da sostenere comunque per la maggior parte della popolazione. Per renderci conto, secondo quanto riportato dalle ultime indagini effettuate dall’Istat, per un volo intercontinentale si registrano a oggi i rincari maggiori prendendo in considerazione una base annua. L’aumento in questo caso è stato infatti addirittura del 176%. Per i voli internazionali invece ci si attesta su un aumento del 128,1%. Infine, i voli europei sono arrivati a costare il 110,8% in più.
Proprio in questo senso allora il Codacons ha condotto una ricerca che prendesse in considerazione i rincari dei voli evidenziando anche che le tariffe del trasporto aereo sono arrivati a prezzi ben lontani dall’essere definibili comuni. Per esempio, se si dovesse scegliere di andare in Cina, la spesa potrebbe attestarsi sui 5mila euro con tanto di due scali da dover sostenere. Se si vuole andare in Australia invece il prezzo potrebbe attestarsi sui 2mila euro per ogni tratta, con uno scalo da fare. Per andare in Argentina, a Buenos Aires, invece servono 1603 euro per un volo diretto. Ancora per continuare gli esempi, per andare a Tokyo non si scende sotto i 950 euro con uno scalo da effettuare. E in Europa?
La situazione cambia poco, in proporzione ovviamente. Per andare da Roma a Oslo il prezzo previsto è di 450 euro per un viaggio di sola andata. Sono 369 gli euro invece da spendere per andare a Londra. Se si vuole andare a Helsinki, ancora, il prezzo è appena inferiore ai 300 euro. Se invece ci si vuole recare a Istanbul o anche a Tel-Aviv il prezzo di solo andata in media difficilmente scende al di sotto dei 200 euro. Insomma, a oggi per volare è necessario spendere cifre davvero importanti. Questa la notizia. Il problema vero invece è che fino a quando la crisi energetica non sarà davvero terminata sarà ben difficile immaginare di poter spendere di meno e tornare a viaggiare con voli a basso costo.