Quello che sta succedendo in Ucraina è la cosa peggiore che potesse accadere dopo due anni di pandemia. Su questo, davvero, non ci sono dubbi. Una guerra scatenata dall’invasione Russa, che ha messo in ginocchio il popolo Ucraino e che allo stesso tempo, ha scombussolato interamente gli assetti geo-politici che per 70 anni hanno garantito la pace all’interno del continente Europeo. In questo senso, le ripercussioni sono anche economiche. Lo sono per la Russia – flagellata dalle sanzioni – e lo sono per l’Europa, estremamente dipendente dal gas Russo. La situazione, come era prevedibile immagine, è complessa e complicata. Ma la domanda sorge spontanea: l’Italia rischia davvero di rimanere a secco?
Le parole della Russia, le risposta dell’Europa
La Russia ha parlato chiaramente: dalle prossime ore, accetterà i pagamenti del gas solo ed esclusivamente in Rubli. Una mossa questa, che preme sulla volontà dello Zar di far “reggere” il valore della moneta Russa, a fronte di sanzioni che l’hanno fortemente indebolita. In questo senso, grossa attenzione va fatta alle risposte che i leader Europei hanno dato: “Non ci faremo ricattare”, hanno assicurato a gran voce Francia e Germania. Mentre l’Italia, per voce del proprio Premier Mario Draghi, ha confermato che i pagamenti continueranno in Euro perché questo, è quello che c’è scritto sui contratti di fornitura.
Il piano di sicurezza Italiano è già attivo
Di fatto, al momento, le possibilità che la Russia possa interrompere il flusso di gas verso l’Europa e verso il nostro paese, esiste. E come. Per questo motivo, l’Italia ha già attuato diversi piani di sicurezza (sull’accumulo di materia prima) e per questo, nei prossimi giorni sono previsti dei viaggi all’estero utili a trovare accordi con altre entità per garantire al nostro paese il flusso di gas necessario per il fabbisogno energetico dell’Italia e di tutti i suoi cittadini.