Mascherine in aereo? Sì, ma non sempre: facciamo chiarezza

Marco Di Leo
Marco Di Leo
Giornalista, viaggiatore e amante dello sport.

Noi di TravelMundi ve lo abbiamo raccontato spesso in queste ultime settimane. Finalmente, il Covid sembra stia iniziando a perdere potere. E, di conseguenza, sono tantissimi gli stati che hanno totalmente cancellato o semplicemente diminuito tutte le varie restrizioni. In Italia la situazione nelle ultime settimane è notevolmente migliorata. Ma, oggi, vogliamo invece concentrarci su un altro fondamentale dettaglio che genera spesso molti dubbi.

Aeroporto
Aeroporto

Trasporti e Mascherine

Dal 16 maggio, lo scorso lunedì, anche per quanto riguarda il discorso legato ai trasporti è cambiato molto. Soprattutto, ovviamente, per i trasporti aerei. Non è infatti più considerato obbligatorio indossare la mascherina in aereo e negli aeroporti. Ma non in tutti. In quali? L’obbligo è caduto in quelli dell’Unione europea, tuttavia sono sempre presenti alcune eccezioni. A comunicare la notizia erano state ovviamente l’EASA, Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea, e l’ECDC, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. A partire da queste comunicazioni, però, è subito arrivato un nuovo chiarimento da parte del Ministero della Salute italiano. Specialmente in Italia, infatti, la mascherina in aereo è ancora obbligatoria, anche se non in ogni occasione.

La nota in risposta all’AESA e all’ECDC, infatti, ha chiarito che in Italia fino al prossimo 15 giugno tutti i dispositivi di protezione dovranno essere considerati ancora obbligatori. Nell’ordinanza firmata dal Ministro Roberto Speranza, infatti, si specifica che fino alla metà del prossimo mese sarà ancora obbligatorio indossare la mascherina FFP2 in alcune situazioni. In particolare sarà obbligatorio sugli “aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone”, ma anche su “navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale” e su “treni Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità”. Ma, ancora, sugli “autobus che collegano più di due regioni” o sugli “autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente”. E, infine, anche sui “mezzi del trasporto pubblico locale o regionale come autobus, tram e metropolitane”.

La situazione, però, come spesso accade è un po’ più complicata di quanto non sembri. E, infatti, per quanto riguarda i voli aerei ci sono alcune differenze. L’obbligo della mascherina, infatti, rimane in vigore soltanto a seconda del tipo di volo in questione e della bandiera battuta dalla compagnia aerea che opera il volo. Partendo da questo presupposto, proviamo a spiegare la situazione. In ogni caso, a prescindere da qualunque linea guida europea in materia di sanità, in questi casi prevalgono le norme di ogni singola nazione. Ed è per questo che in Italia, di base, l’obbligo rimarrò valido fino al prossimo 15 giugno. A patto, però, che il volo abbia come luogo di origine e meta di arrivo la stessa Italia, al di là della bandiera battuta dal vettore che effettua il servizio.

Il discorso, tuttavia, cambia per quanto riguarda i voli internazionali. In queste situazioni, infatti, arrivano in soccorso le linee guida. “Si ritengono altresì applicabili le norme in vigore nel Paese che ha rilasciato la licenza al vettore aereo”, ma con una precisazione. Quale? Quella che “per l’accesso e l’utilizzo di aeromobili gestiti da vettori aerei con licenza italiana è sempre obbligatorio indossare una mascherina FFP2, sia per i passeggeri che per il personale della compagnia aerea”. In poche parole, insomma, non c’è obbligo se il volo su cui ci si trova è internazionale, che sia da o per l’Italia. E a patto che sia operato ovviamente da un aereo battente bandiera straniera e con licenza non italiana. Ma se invece il volo fosse operato da ITA Airways con direzione o partenza fissata a Londra? In questo caos, dovrete indossare inevitabilmente la mascherina.

Discorso ben diverso, invece, nel caso in cui decidiate di volare da e per il Regno Unito a bordo di un aereo che sia della British Airways. In questo caso il mezzo in questione avrà bandiera anglosassone e, di conseguenza, varrà quanto stabilito nel Regno Unito. Ossia, che sui mezzi pubblici è caduto l’obbligo di indossare la mascherina e di conseguenza neanche voi dovrete indossarla.

La situazione quindi, è anche inutile negarlo, è tutt’altro che semplice. Rimane uno scenario complesso, che mette sicuramente tutti i lavoratori e i passeggeri in una situazione di ovvia difficoltà. Anche perché le compagnie aeree straniere che lavorano in Italia, magari occupandosi anche o soltanto di voli domestici, in questo caso a chi dovrebbero fare riferimento? La scelta è tra due possibilità: o alla nazione segnata dalla bandiera battuta dal velivolo, o alle norme previste nella nazione in cui vengono effettuati i voli. Scegliere, però, a oggi è praticamente impossibile. E, per questo, l’ENAC ha già annunciato che saranno redatte alcune indicazioni chiare riguardo quelle che sono le regole da dover seguire in questo caso. L’Italia, però, è ancora oggi in buona compagnia.

È vero che, per esempio, in Francia non è più obbligatorio indossare la mascherina sui mezzi pubblici proprio a partire dallo scorso lunedì. Ma è vero anche che sono diversi i Paesi in cui ancora oggi è obbligatorio indossare le protezioni in determinati contesti. Tra questi, anche la Germania. Qui, i passeggeri che volano sia in entrata che in uscita saranno costretti a tenerla fino alla fine dell’estate. La decisione è ovviamente arrivata dal governo di Berlino, che ha poi ribadito come il dispositivo di sicurezza debba essere indossato per l’intera durata del volo, ovviamente, ma non solo. Sarà obbligatorio anche per tutte le fasi di sbarco o imbarco. E si potrà togliere soltanto per bere o per mangiare. L’obbligo, sia in volo che sui mezzi pubblici di altro tipo purché a lunga percorrenza, cadrà soltanto il prossimo 23 settembre.

La Germania, però, non è l’unico stato a far compagnia all’Italia. Sono nella stesa situazione anche Spagna, Portogallo, Olanda, Grecia, Austria, Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Malta. In tutti gli altri casi, invece, a partire dallo scorso lunedì la situazione è cambiata. Fermo restando che poi, come sempre in un periodo siile, gran parte del compito spetta alla sensibilizzazione sulla sicurezza da parte degli addetti ai lavori. Ma anche, e soprattutto, alla coscienza personale dei singoli individui. L’augurio, in ogni caso, è che presto tutto ciò possa diventare soltanto un lontano ricordo.

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