Niente frontiere aperte: ecco i Paesi che non accettano ancora turisti

Marco Di Leo
Marco Di Leo
Giornalista, viaggiatore e amante dello sport.

Il mondo prova lentamente a ripartire. Dopo i due anni bloccati della pandemia, questo 2022 si sta configurando sempre più come quello delle prove generali di normalità. Noi di TravelMundi, del resto, ve lo abbiamo raccontato nelle ultime settimane: sono sempre di più i Paesi che stanno riaprendo totalmente le frontiere da e verso l’estero. A beneficiarne maggiormente, come è ovvio che sia, sono proprio tutti gli addetti al settore dei viaggi. Una prima ripresa netta degli spostamenti verso l’estero si è vista chiaramente nel periodo delle vacanze di Pasqua. Ma, stando a quanto rivelato dagli esperti, anche la prossima estate ormai alle porte promette di essere quanto mai positiva in questo senso. Il viaggio per il semplice svago o anche quello mirato all’accrescimento culturale con la scoperta di nuovi Paesi, infatti, spopolerà nuovamente.

Aeroporto
Aeroporto

Nonostante ciò, non è tutto rose e fiori. Lo scenario attuale è infatti ancora fortemente caratterizzato da una certa incertezza sotto diversi punti di vista. La pandemia continua a evolvere, i positivi non mancano e, per questo, parlare di ritorno effettivo e totale alla normalità è a oggi utopia. È vero infatti che molti Paesi hanno riaperto le frontiere, come detto. Ed è vero anche che all’interno degli stessi confini nazionali molti Stati hanno di fatto abbattuto le norme restrittive. Ma, allo stesso tempo, è vero anche un altro lato della medaglia. Sono infatti tante, ancora oggi, le destinazioni rimangono totalmente – o quasi totalmente, per meglio dire – chiusi ai turisti. Si tratta infatti di destinazioni ancora oggi off-limits, che consentono l’accesso soltanto per gli ormai ben noti motivi di lavoro, studio o rientro a domicilio. Di quali Stati stiamo parlando? Ora ve lo sveliamo.

Partiamo per esempio dal Giappone. Il paese asiatico ha in realtà allentato le restrizioni, ma è a oggi ancora chiuso per i turisti. Chi, infatti, vorrà visitare Tokyo e le tante bellezze del Giappone dovrà attendere ancora. Il Giappone come detto continua ad allentare gradualmente le rigide misure di ingresso previste, però non ha ancora tolto i blocchi al turismo. Chi può entrare in Giappone, allora? Soltanto, per il momento, i cittadini, i residenti, i ricercatori, gli studenti, i familiari di residenti e i viaggiatori d’affari previa autorizzazione. Per quanto riguarda la quarantena una volta arrivati, è prevista ma dipende dal luogo di provenienza.

Il premier Fumio Kishida, del resto, l’8 aprile è intervenuto in conferenza stampa, affrontando anche il tema della riapertura al turismo. Tuttavia, anche in quel caso, non c’è stato alcun annuncio di una riapertura né tanto meno di un piano specifico finalizzato a questo scopo. “Avremo il compito di continuare a prendere delle decisioni che siano appropriate in base a quella che è la situazione dell’infezione e anche in base ai movimenti internazionali di ogni Paese. Nulla è stato ancora deciso”, ha affermato il premier.

Attenzione, poi, anche alla Cina. Qui, infatti, si combatte ancora per contenere i focolai. A sentire la China Tourism Academy, nel 2019 – l’ultimo anno prima della pandemia – il numero di turisti cinesi nel mondo è arrivato a quota 155 milioni. Rendendo così, di fatto, la Cina il mercato più grande al mondo per quanto riguarda il capitolo dei viaggi. A oggi, invece, dopo quanto accaduto con la pandemia, tutti i cittadini cinesi non possono viaggiare all’estero. Né tanto meno è possibile entrare in Cina. Se, insomma, sognate di vistare il Paese e passeggiare sulla Grande Muraglia, dovrete aspettare. Non c’è modo di entrare infatti per fini turistici. La Cina, infatti, ha messo in atto da tempo una strategia zero Covid e, di conseguenza, è in continua lotta per riuscire a contenere i focolai che scoppiano in diverse città. Di conseguenza, difficilmente i turisti potranno esser accolti a breve.

Anche da Macao, intanto, non arriva nessun segnale di riapertura. Per quanto riguarda la capitale asiatica del gioco d’azzardo i confini sono chiusi da marzo 2020 e sembrano destinati a rimanere tali ancora per un po’. È infatti vietato ancora oggi l’accesso nella regione amministrativa speciale a tutti i turisti, con alcune piccole eccezioni. Possono infatti entrare i visitatori che provengono dalla Cina continentale, da Hong Kong e da Taiwan. Ma, in ogni caso, è prevista una quarantena di addirittura due settimane. Stando a quanto dichiarato tramite un comunicato stampa dal governo a metà aprile, a breve potrebbero esserci piccole aperture. Ma, anche in questo caso, soltanto ad alcune categorie specifiche. Potranno infatti entrare gli studenti di tutto il mondo e i viaggiatori d’affari in un futuro prossimo, senza che però siano stati forniti ulteriori dettagli.

Attenzione anche alla situazione della vicina Hong Kong. Ci sono infatti novità importanti in arrivo dai funzionari locali. È stato infatti concesso, dal 1 maggio, l’accesso anche ai non residenti per la prima volta da oltre due anni. È quindi possibile, sulla carta, vistare Hong Kong da turisti. C’è, però, un piccolo problema legato alle regole. È infatti prevista una quarantena di una settimana e, inoltre, spesso vengono cancellati diversi voli. Di fatto, quindi, accedere a Hong Kong rimane ancora in questo momento molto complicato.

Rimanendo sempre in zona, non arrivano notizie chiare e definitive nemmeno da Taiwan. E, probabilmente, non ne arriveranno per un po’ di tempo. A Taiwan, infatti, in questo momento si sta registrando un importante picco epidemico. Per questo, il regime degli ingressi sull’isola rimane molto rigido. Di fatto, è riservato quasi esclusivamente alle sole persone che siano in possesso di un permesso di residenza. È comunque possibile ottenere un visto per motivi di affari dagli Uffici di Rappresentanza di Tapei all’estero. Tuttavia, è necessaria una valutazione preventiva caso per caso. Sono previste anche eccezioni per ragioni di tipo umanitario. In ogni caso, per chiunque entri è obbligatorio sottoporsi a un periodo di quarantena di una settimana all’intento di hotel convenzionati. E, passati i sette giorni, bisogna sottoporsi a ulteriori sette giorni di auto sorveglianza sanitaria.

La situazione che vi abbiamo raccontano è simile anche in molte isole del Pacifico. Sono infatti ancora oggi chiuse al turismo anche Samoa, Vanuatu, Tonga, le Isole Salomone, le Isole Marshall e gli Stati Federati della Micronesia. E, per ragioni ormai fin troppo note, rimane molto complesso ipotizzare dove, come e quando sarà possibile andare, almeno per quanto riguarda i luoghi di cui vi abbiamo parlato oggi.

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