Non troppo lontano da Roma esiste una piccola Atlantide, meta obbligatoria per tutti colori affascianti dall’attività subacquea. Siamo in Abruzzo, nella frazione di Capestrano in provincia de L’Aquila. A meno di due ore di auto dalla Capitale. È nato qui, da una delle sorgenti che nascono sotto il Gran Sasso e danno vita al fiume Tirino, il lago di Capodacqua. O, come preferiscono i locali, Capo D’Acqua. Più che nato, in realtà, il lago è stato creato. Si tratta infatti di piccolo invaso artificiale risalente al 1965, quando si decise di costruire una diga per avere una riserva idrica per irrigare i terreni circostanti. Dal 2006 poi, dopo il blackout, grazie a una centrale idroelettrica preesistente il sito produce anche energia elettrica.

Il lembo di terra oggi interamente sommerso era circondato da diversi piccoli corsi d’acqua che andavano ad alimentare il fiume Tirino. La sua posizione, quindi, ha fatto sì che, in età medievale, la popolazione locale decidesse di costruire due mulini e un colorificio. Se quest’ultimo è riuscito a salvarsi dall’inondazione forzata, i due mulini sono invece stati sommersi. E hanno dato vita a uno scenario imperdibile per chiunque ami tuffarsi nel mondo sottomarino.

Trattandosi di un lago sorgivo, infatti, la situazione che si è venuta a creare è ideale. La temperatura si mantiene costante tutto l’anno intorno ai 10 gradi. E contribuisce a mantenere l’acqua cristallina e la visibilità a oltre 70 metri. Dei due mulini, il primo non è in perfetto stato di conservazione, mentre il secondo è ben tenuto, pur avendo subito alcuni danni dopo il terremoto del 2006. Lo scenario è completato da alberi, abitazioni, strade e manufatti vari, che danno a questo mondo segreto un’atmosfera magica e misteriosa. Il lago è però privato e l’unica struttura autorizzata a gestire le immersioni a Capodacqua è la scuola sommozzatori Atlantide. Sarà quindi necessario mettersi in contatto con loro per vivere un’esperienza assolutamente raccomandata a tutti i subacquei.