È ancora il momento di tuffarsi nel passato. Dalla meraviglia del teatro antico di Ercolano, di cui vi abbiamo parlato ieri, passiamo oggi a qualcosa che ci riporta ancora indietro nel tempo. Meno, però, rispetto ai resti dell’antica Roma. Oggi infatti vogliamo tornare indietro “solo” di un millennio o poco più. È arrivata infatti una scoperta che ci fa compiere un balzo a ritroso di milleduecento anni. Ed è arrivata grazie ad alcuni scavi subacquei, che hanno riportato alla luce qualcosa di molto antico e di unico nel suo genere.

Ci stiamo riferendo a una nave ritenuta la più grande tra quelle della sua categoria: contiene infatti circa duecento anfore, che un tempo servivano a trasportare gli ingredienti per la dieta mediterranea. Questa scoperta, che può riscrivere la storia così come la conoscevamo, è stata fatta in Israele, al largo di quella che oggi è nota come Maagan Michael, una comunità sulla costa situata tra Haifa e Hadera. Siamo quindi nel Nord del Paese e proprio da queste parti è stato portato avanti uno scavo sostenuto dalla Israel Science Foundation, dalla Honor Frost Foundation e dall’Institute of Nautical Archaeology della Texas A&M University.
La scoperta che cambia ogni cosa
Il risultato di questo importante sforzo è stato il rinvenimento di un relitto che come detto ha ben milleduecento anni. Ma, soprattutto, la presenza a bordo di questo relitto di duecento anfore ancora contenenti ingredienti della dieta mediterranea. Tra questi la salsa di pesce, ma anche una varietà di olive, di datteri e di fichi. Prodotti che assumono una rilevanza particolare soprattutto perché erano delizie appartenenti a zone lontane. Come sia affondata questa nave è presto per dirlo. Se si torna infatti al periodo di appartenenza ci si trova ad avere a che fare con una fase storica particolarmente turbolenta. L’impero bizantino infatti era alle prese con la perdita di diversi territori a causa di una nascente potenza islamica. In ogni caso, però, l’esistenza stessa della nave starebbe a dimostrare che nonostante tutte le possibili divisioni il commercio nel mar Mediterraneo continuava a correre senza intoppi particolari.
Come riportato anche dai Rai News, in ogni caso, tutto ciò è stato spiegato in modo molto chiaro anche da Deborah Cvikel. Una archeologa nautica della Università di Haifa e, inoltre, anche la direttrice dello scavo. E di conseguenza le sue parole sono particolarmente rilevanti. “I libri di storia ci hanno sempre raccontato che in quell’epoca non esistevano commerci internazionali nel Mediterraneo. E lo testimoniavano infatti la scoperta soprattutto di navi di piccole dimensioni, in grado di navigare lungo la costa facendo cabotaggio“. La scoperta però come detto potrebbe ora cambiare ogni cosa. “In questo caso, invece, abbiamo scoperto un grande relitto, che crediamo fosse una nave originariamente lunga circa 25 metri con un carico di merci provenienti da tutto il Mediterraneo”.
Attenzione allora perché i manufatti che erano presenti a bordo della nave riuscirebbero da soli a dimostrare il fatto che la nave abbia attraccato sicuramente a Cipro. Ma anche in Egitto e forse in Turchia, fino a spingersi poi dalle parti della costa nordafricana. Più in generale, lungo tutta la costa di Israele si possono trovare in gran quantità scheletri di navi affondate nel corso dei millenni. I relitti che si trovano da queste parti inoltre sono accessibili più facilmente rispetto a quelli presenti in tante altre zone del Mediterraneo. La ragione è abbastanza semplice: la scarsa profondità del mare e ovviamente il fondale sabbioso, due condizioni ideali per permettere la migliore conservazione possibile dei reperti.
Questa nuova scoperta effettuata al largo di Maagan Michael ne è la dimostrazione palese del resto. Basterebbe infatti una tempesta per riportare alla luce reperti di un mondo ormai lontanissimo nel tempo. In questo caso sono invece stati sufficienti due subacquei amatoriali per individuare un pezzo di legno che sporgeva dal fondo del mare. Questo i è rivelato poi essere come detto una parte di una nave mercantile risalente a un periodo compreso tra VII e VIII secolo dopo Cristo, costruita con legno di abeti e noci.
Gli scavi che sono stati portati avanti dalla squadra di Cvikel hanno poi mappato una grande parte dello scheletro in legno lungo oltre venti metri e largo circa cinque. A quel punto allora alcuni aspiratori subacquei hanno ripulito un metro e mezzo di sabbia. E hanno portato a nuova luce le oltre duecento anfore che contenevano ancora ingredienti della dieta mediterranea. Ma non solo. A bordo infatti erano anche presenti alcuni strumenti per la navigazione. Tra questi alcune corde e alcuni oggetti personali, compresi dei pettini in legno. Trovati anche alcuni resti di animali come scarafaggi e topi. Una scoperta insomma che, come detto, potrebbe arrivare a riscrivere in buona parte la storia del mar Mediterraneo.