Fino a questo momento, il sistema utilizzato è quello delle mappe di contagio tracciate dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Queste mappe disegnano la situazione all’interno dei singoli paesi sulla base di quattro differenti colorazioni: verde, giallo, rosso, rosso scuro. La classificazione è data dall’incidenza dei casi di positività su 100mila abitanti negli ultimi quattordici giorni. Il sistema non dovrebbe essere mandato in pensione ma dovrebbe rimanere – con aggiornamenti settimanali – a puro scopo informativo.
L’obiettivo infatti sarà quello di una costante transizione verso un ritorno alla normalità. E, di conseguenza, dovrebbe essere sufficiente essere in possesso di un Super Green Pass, che avrà valenza di nove mesi. In sostanza, basterà aver completato il ciclo vaccinale o essere guariti dal Covid. E con il Green Pass base? Sarà possibile anche viaggiare con la certificazione ottenuta tramite tampone. La durata sarà di 72 ore in caso di molecolare e di 24 in caso di antigenico. Le mappe rimarranno valide soltanto per chi, non in possesso di certificato, provenga da paesi appartenenti a zone rosso scuro. In questo caso servirà il test e, poi, la quarantena per dieci giorni dall’arrivo.
Insomma, al di là della zona conterà essere in possesso del Super Green Pass. L’obiettivo, evidente, non è solo quello di tornare alla normalità ma anche quello di aumentare il numero di vaccinati. La pandemia, infatti, non è ancora sconfitta sebbene arrivi un cauto ottimismo per il futuro da parte dell’Oms. La variante Omicron aiuterà infatti a superare la pandemia. Ma, come ha spiegato il direttore dell’Oms Hans Kluge “non siamo ancora in una fase endemica, in cui possiamo prevedere cosa accadrà”. Servirà attenzione e ancora un po’ di pazienza per il definivo ritorno alla normalità.