Vacanze da copertina, addio: è il momento di guardare all’azione

Marco Di Leo
Marco Di Leo
Giornalista, viaggiatore e amante dello sport.

Ieri vi abbiamo parlato di alcune delle nuove tendenze per quanto riguarda il mondo dei viaggi rivoluzionato nel periodo post pandemia. Oggi, allora, vogliamo continuare il percorso e raccontarvi di un altro tipo di viaggio, che però ha molto a che fare con il discorso da cui siamo partiti ieri. Accantonate le vacanze da copertina, quelle che vi fanno aggiungere timbri sul passaporto, che vi fanno riempire i social di posti da sogno. Non è più questa la via da preferire per le proprie vacanze. Lo assicura, come riportato dal Corriere, Leonardo Surico, un imprenditore e allo stesso tempo consulente di marketing del turismo e presidente della Borsa del turismo esperienziale.

Rafting
Rafting

Il viaggio inteso come uno status symbol da esibire e misurato con le ore di fuso orario attraversate o anche con i timbri sul passaporto era un modello ormai in crisi da anni. Semplicemente, questo biennio è riuscito a dargli spallata definitiva. Ormai quello che viene chiesto a un viaggio al giorno d’oggi è di poter essere protagonisti in prima persona. Poter provare, toccare e anche entrare dentro le cartoline. Non soltanto essere degli spettatori passivi. Questa è un’immersione che può verificarsi soltanto se, nel momento di partire, si va a fare attivamente qualcosa. Uno sport, magari la ricerca di qualcosa che si è letto a casa, ma anche un corso o soltanto una degustazione. A patto di sapere bene cos’è che si sta mangiando.

Per cause di forza maggiore in questi due anni le vacanze hanno guardato al turismo di prossimità. Però è stato un cambiamento salutare, perché si è scoperto che i grandi viaggi non sono solo un luogo e una latitudine, ma una modalità. E questo è stato possibile grazie ai borghi dietro casa e ai parchi che fino a questo momento venivano soltanto sorvolati in aereo. Per accontentare questa nuova scoperta ci sarà bisogno di ancora più formazione, oltre che del pubblico e degli operatori. Ma questa che abbiamo imparato durante la crisi è stata davvero una bella lezione per tutti noi”.

È, più o meno, quanto noi di TravelMundi vi avevano raccontato anche ieri. Riscoprire ciò che abbiamo vicino, immergendoci nella natura e in una vacanza attiva. E, allora, potendo recarci a due passi da casa sta prendendo piede un nuovo tipo di vacanza: una microavventura, un viaggio breve e dietro l’angolo. Le mete? Ovunque vi porti l’immaginazione. Potete creare all’ultimo secondo il vostro percorso, immaginarlo da zero e cambiarlo in corso d’opera. E potete partire sempre, ogni volta che volete. Vi basterà un weekend, senza dovervi necessariamente accalcare nelle zone più frequentate del nostro Paese. E, soprattutto, potete farlo senza spendere cifre eccessive.
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È un momento in cui bisogna essere al contempo cauti e pronti a sperimentare. Una parte della mente è ancora bloccata in una ‘finta normalità’ fatta di timori e diffidenza, che inibisce all’uso dei trasporti pubblici, all’incontro con sconosciuti, al nuovo. Serve una discontinuità che liberi energie e istinti a lungo repressi. Un viaggio, o anche solo l’idea di un viaggio, con una data, in questi giorni in cui ha dominato il procrastinare, è un ottimo inizio”. Un viaggio che sia “Breve, anche vicino, per non forzare troppo le resistenze mentali, ma intenso”. Questo il pensiero di Roberta Ferrucci, dirigente psicologo alla Clinica neurologica III dell’Università degli Studi di Milano. E pubblicato, insieme ad alcuni colleghi, in Durante un’epidemia, edito da Erickson nel 2021.

Insomma, dovremmo provare a lanciarci in nuove esperienze anche per uscire da quelli che sono i blocchi che rimangono nel nostro inconscio dopo gli ultimi due anni. E la microavventura potrebbe essere la soluzione ideale. Del resto, sarà senza alcun dubbio una delle tendenze di viaggio di questi dodici mesi. A certificarlo è Wunderman Thompson, un’agenzia tra i colossi del marketing e delle ricerche di mercato. Nella sua analisi vengono citati due studi portati avanti dalle due università della California di Berkeley e di San Francisco. Qui, diverse interviste e analisi di gruppo riescono a dimostrare un dettaglio importante che vi abbiamo anticipato con le parole di Leonardo Surico. Cosa? Semplicemente, che ormai il livello di soddisfazione e appagamento che è possibile ricevere da un viaggio non deriva da quanto si vada lontano, o quanto si scelgano destinazioni esotiche.

Va benissimo, infatti, anche una vacanza in una meta vicina, magari anche da iniziare e concludere nel giro di pochi giorni. Il benessere psicofisico che se ne trarrà sarà lo steso di un safari in Africa. A patto, ovviamente, di pianificarla come si deve e viverla al massimo dell’intensità. E, di conseguenza, arriviamo a quello che è il punto del discorso. La proliferazione di esperienze e attrazioni che regalano una dose di brividi e adrenalina a due passi da casa. Che sia per un weekend o addirittura per una escursione in giornata.

Non è un segreto che negli ultimi anni, già prima della pandemia, tutti queste situazioni estreme fossero diventate già molto popolari. Un ampliamento a macchia d’olio che aveva visto sempre più persone coinvolte. Ma perché? Perché le persone, così facendo, avevano modo di evadere, riscoprire se stesse lontane da un’epoca in cui – al di là dell’apparenza – molti comportamenti sono rigidi e imposti. E oggi questo tipo di avventure sono diventate ancora più attuali, forse come non mai. In un momento in cui la vita emotiva delle persone è comprensibilmente in bilico, la possibilità di esporsi volontariamente a determinati rischi – controllati – attrae sempre più individui.

La richiesta è quella di una ventata di nuovo, di faticare e sentire il peso dello sforzo nei muscoli, di avere il controllo su dove si sta andando e cosa si sta facendo almeno per qualche ora. Insomma, la nuova tendenza sarà quella di vacanze, più o meno brevi che siano, programmate, ideate e svolte sempre all’insegna dell’avventura. Così facendo non solo si metterà in movimento un corpo fiaccato dai limiti degli ultimi due anni. Ma, allo stesso tempo, si potrà sfidare le proprie ansie e superarle. Per una vacanza destinata a essere quindi non soltanto un modo per staccare dal mondo, ma per ritrovarsi e ripartire con più forza.

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