Pian piano, stiamo dicendo addio alle tante restrizioni che ci hanno accompagnato in questi due anni di Covid. Da inizio aprile a oggi sono state allenante diverse misure contenitive. E, nei prossimi mesi, ne verranno rimosse altrettante. Ci sarà probabilmente da aspettare ancora per poter dire definitivamente e completamente addio alle mascherine anche al chiuso. Ma dopo oltre due anni questo è forse l’ultimo dei problemi. Le persone vogliono tornare a viaggiare. A sognare e rilassarsi davanti un bel tramonto o a depurarsi lungo ripidi sentieri di montagna. Partire senza doversi preoccupare del rischio di ritrovarsi positivi a centinaia di chilometri da casa. O, allo stesso tempo, non poter partire e perdere soldi e vacanze a causa di una positività improvvisa. Segnali di apertura e che spingono a essere fiduciosi, in questo senso, non mancano.

Noi di TravelMundi più volte in queste settimane vi abbiamo raccontato di come anche gli addetti ai lavori del settore turistico raccontino di un trend in risalita. Studi e analisi dimostrano che le persone hanno tanta voglia di tornare a viaggiare. E che questa estate potrà segnare una ripresa importante. Allo stesso tempo, coloro che operano nel settore si stanno attivando per andare incontro alle esigenze sempre nuove dei viaggiatori. La vacanza come era intesa un tempo, infatti, potrebbe oggi non essere più così diffusa. Nuove richieste, nuove sfide e nuove attrazioni richiamano un po’ chiunque, in Italia e non solo. Gli anni della pandemia, del resto, hanno permesso a diverse persone di riscoprire se stesse, di maturare nuovi interessi o semplicemente di cambiare le abitudini di un tempo.
Ciò che dovrà necessariamente cambiare per tutti, almeno per il momento, sarà l’abitudine nel gestire i propri tempi di prenotazione. Dobbiamo purtroppo dimenticarci, infatti, la possibilità di prenotare all’ultimo secondo una vacanza e risparmiare. Proprio per il rischio di ritrovarsi positivi, o di veder chiudere i confini, la grandissima maggioranza di coloro che hanno viaggiato in questi due anni hanno prenotato i propri viaggi a ridosso della partenza. Comportando nuovi costi e nuove esigenze ai proprietari delle strutture ricettive. E mettendo fine, di fatto, alla teoria della prenotazione last minute. Niente paura però, offerte continuano e a esserci e ce ne saranno ancora. Bisognerà soltanto essere più attenti e seguire di più la meta che ci siamo prefissati di raggiungere. E aspettare, magari, un lento ritorno della normalità per poter tornare forse anche a prenotare all’ultimo secondo.
Attenzione, però, perché al di là di tutto ciò le ottime notizie non mancano. Il ritorno della bella stagione spinge tutti a ragionare sul flusso di viaggiatori che si prepara a mettersi in moto. E, allora, buone notizie sono in arrivo dall’ENAC, l’ente nazionale per l’aviazione civile. È arrivata infatti la comunicazione di un avvenuto aggiornamento delle linee guida da seguire per chi vola. L’intento, ovviamente, è quello di favorire un celere ritorno all’attività ordinaria del trasporto aereo. A maggior ragione ora che lo stato di emergenza è giunto al termine. Ma cosa è cambiato nel concreto? Scopriamo subito, allora, quali sono tutte le novità.
Come detto, ad aprile in Italia il cambiamento rispetto agli ultimi due anni è stato radicale. Non è stata da meno, allora, la situazione per quanto riguarda il trasporto aereo. Da qui l’annuncio in proposito dell’ENAC che, con una nota ufficiale, ha dichiarato di aver revisionato le regole per chi vola. Ora, infatti, è sufficiente per esempio solo il Green Pass base, ossia quello che si ottiene anche solo sottoponendosi a un tampone e riscontrando un esito negativo. Non serve più necessariamente – per intenderci – la vaccinazione o l’avvenuta guarigione dal Covid. Allo stesso tempo, inoltre, rimane obbligatorio l’utilizzo di mascherine FFP2. Sono stati invece rimossi tutti i vincoli legati all’utilizzo delle cappelliere che erano perdurati per tutto il periodo della pandemia.
Cambiamenti, però, riguardando anche i gestori aeroportuali. A loro viene chiesto dall’ENAC di mettere in atto alcuni interventi organizzativi e gestionali. Al fine, ovviamente, di prevenire qualsiasi tipo di affollamento nella totalità delle aree dell’aeroporto. Sarà necessario, in poche parole, gestire correttamente i flussi in entrata e in uscita. Per farlo ci sarà bisogno di una segnaletica efficace e comprensibile anche ai turisti stranieri. E, allo stesso tempo, di una sanificazione e igienizzazione di tutte le zone dell’aeroporto.
Per quanto riguarda le compagnie aeree, invece, allo stesso tempo ci sarà bisogno di predisporre procedure analoghe a quelle ora evidenziate. Sia in fase di sbarco che, ovviamente, di imbarco. L’ENAC inoltre ha ribadito per tutti i passeggeri dei voli sia nazionali che internazionali che abbiano come destinazione l’Italia di segnalare al vettore all’autorità sanitaria nazionale un’eventuale positività al Covid. A patto che questa sia riscontrata entro i cinque giorni dallo sbarco dell’aereo. Con il fine di dare il via al processo di tracciamento dei contatti.
E se si viaggia all’estero, tornando però in Italia? In questo caso è stata prorogata fino alla fine di aprile l’Ordinanza risalente al 22 febbraio secondo la quale erano stati aboliti i corridoi turistici. Sempre a patto che ovviamente i Paesi in cui si voglia dirigere siano aperti al turismo. Nel momento di rientrare in Italia, poi, sarà obbligatorio presentare al vettore – o a chiunque debba effettuare i controlli – nel momento di imbarcarsi il digital Passenger Locator Form o dPLF.
Inoltre, ci sarà l’obbligo di presentare uno tra quattro documenti. O il certificato che attesti la vaccinazione completa da meno di nove mesi con un vaccino autorizzato dall’EMA. O un certificato che attesti la vaccinazione completa sempre con un vaccino autorizzato dall’EMA più la dose di richiamo. Oppure un certificato di guarigione dal Covid da meno di sei mesi. O, infine, il risultato negativo di un test molecolare nelle settantadue ore precedenti o antigenico nelle quarantotto ore precedenti. Basta, quindi, avere di fatto il Green Pass. In alternativa, è comunque possibile entrare in Italia. Ma sarà obbligatorio svolgere una quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF per almeno cinque giorni. Al termine, bisognerà sottoporsi a test molecolare o antigenico. Sono esentati da qualsiasi obbligo soltanto i minori di sei anni.