Pisa guida definitiva: tutto sulla città dalla Torre Pendente

Viaggiatore Mascherato
Viaggiatore Mascherato

Tutto quello che c’è da sapere sulla città dalla Torre Pendente. Vi raccontiamo la storia, il cibo, le leggende

Alti e bassi continui, una storia affascinante e ricca di curiosità. Oggi vi parleremo di Pisa che per secoli, ha rappresentato un punto fermo nel valore artistico e culturale dell’intero paese. Andando a conquistarsi un posto d’onore fra le città più simboliche e importanti d’Italia.

Tanta storia, oltre la torre

Non ci sono troppi dubbi rispetto al fatto che il nome “Pisa”, derivi dall’Etrusco. Il significato è di “bocca” o comunque “foce”. Il tutto, deriva probabilmente dalla posizione che la città aveva, proprio sul punto in cui terminava il fiume Arno. Pisa a quanto pare, è nata come porto fluviale, nella metà del VI secolo a.C ma alcuni nuclei di abitanti, pare fossero sul posto già molto tempo prima.

Piazza dei miracoli
Piazza dei miracoli

Di fatto, la facile navigabilità del fiume diede a Pisa un ruolo fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi attività nascesse nei luoghi circostanti e la grande vicinanza con il mare consentì, infatti, la nascita di grandi attività artigianali unite ad una grande produzione di vari oggetti utili al commercio o alla vita quotidiana. Di fatto, quello che ci sembra ovvio, è che l’importanza di Pisa fu palese soprattutto per la posizione strategica che consentì agli etruschi di chiudere importanti scambi commerciali e allo stesso modo, di avere una posizione “militare” molto importante, vista la facilità che in quel caso si aveva nel difendere il territorio da eventuali incursioni.

Il Duomo di Pisa
Il Duomo di Pisa

Uno dei momenti migliori per lo sviluppo della città ci fù sotto la Repubblica Marinara, quando Pisa era una delle città – appunto, della Repubblica – insieme a Genova, Amalfi e Venezia. In quel periodo la città divenne famosissima per la sua cultura e le sue doti architettoniche con il Duomo e la Torre Pendente che iniziò a fare il giro del mondo con la sua fama. Ma non solo. Il porto, consentiva a Pisa di crescere in maniera importantissima e dunque, allo stesso tempo, di andare a colonizzare il nord africa con la sua flotta. Le colonie Pisane, arrivarono anche in Spagna meridionale, così come sulle coste dell’Asia minore.

La città si espanse in continuazione e in questo senso non ci furono sviluppi solo sotto il punto di vista economico e commerciale ma anche culturale. Tutto troppo bello, per essere vero. E soprattutto, per continuare. Questo genere di crescita così importante e pesante, andò ad alimentare le gelosie e le invidie delle altre città facenti parte della Repubblica Marinara e il declino con la perdita di importanti “pezzi” di mare, iniziò con la battaglia navale di Meloria, combattuta nelle acque di fronte alla città, contro Genova nel 1284.  Da lì in poi, le mille difficoltà. Agli inizi del ‘400 Pisa viene occupata dai Fiorentini e l’instabilità politica portò ad un considerevole calo demografico unito ad un chiaro impoverimento economico. Un esempio? Per mettere in difficoltà Pisa (che ricordiamo, era sotto il dominio di Firenze) i commercianti vengono fortemente penalizzati da una tassazione pesantissima. E questo, è tutto dire. La “svolta” arriva solamente nel 1494, quando Carlo VIII – Re di Francia – arriva in Italia e rende possibile grazie ai piani di ribellione di alcune famiglie pisane, la cacciata dei Fiorentini da Pisa che però sarebbe durata solo fino al 1509, quando la città capitolò di nuovo sotto gli attacchi dei Fiorentini. La svolta arrivò nel XVI secolo, quando la Signoria dei Medici – signori di Firenze – decise di dare il via a diverse operazioni di bonifica che consentirono a Pisa, di avere agevolazioni sotto il punto di vista fiscale e non solo.

La torre di Pisa
La torre di Pisa

177 anni per la Torre

Luogo simbolo, in tutto il mondo, è senza dubbio la torre di Pisa. Quanto tempo c’è voluto per costruirla? 177 anni. Bonanno Pisano, iniziò nel 1173, realizzando il primo piano che era circondato da 15 colonne. La torre, però, alla costruizione del terzo piano nel 1178 iniziò ad inclinarsi di 5 centimetri. Il motivo è semplice: il sottosuolo era instabile e allora, non c’erano ovviamente gli strumenti per saperlo prima della costruzione di questo o quell’edificio. Questo, fece interrompere la costruzione e ciò, consentì l’assestamento del terreno. Le opere ripartirono 100 anni dopo, quando Giovanni di Simone, riprese il lavoro provando a compensare la pendenza. Per farlo, costruì verticalmente 4 piani ma senza risultati. Il campanile era ancora assolutamente inclinato e dunque, le costruzione dovette fermarsi nuovamente. Tutto ripartì, fino alla conclusione, solamente nel 1372 quando Tommaso Pisano completò l’opera. L’inclinazione rallentò ma nel 1835 si sfiorò il disastro. Alessandro Gherardesca provò a fare il primo restauro nel 1835, eliminando il terreno fangoso nelle circostanze e provando a sostituirlo con una base di marmo: risultato tremendo. L’inclinazione aumentò ancora di più e nel 1918, la deviazione della linea di piombo raggiunse i 5,1 metri. Nel 1987, la “Torre Pendente di Pisa” è stata dichiarata patrimonio dell’umanità insieme a tutto il complesso monumentale della Piazza dei Miracoli.

Che si mangia?

Diversi sono i piatti della cucina pisana. Dal Bordatino (piatto tipico della cucina povera) che prevede l’utilizzo di fagioli, farina gialla, con l’aggiunta di lardo e cotenne alla più tipica Pasta e ceci al cui origine è chiaramente contadina. Abbiamo poi le “pallette” che sono una specie di polenta servita a strati con ragù e rigaglie di coniglio e la trippa alla pisana, piatto della tradizione popolare, che prevede l’uso di uno dei 3 stomaci del Manzo. Chiudiamo con un dolce, rappresentato dai cantucci col Vin Santo. Si tratta di un vino derivato da uva di Trebbiano e Malvasia unita, appunto, ai cantucci. Esistono varie leggende sul nome. Si dice di un frate che nel 1348, pare curasse diverse vittime della peste con un vino appunto “Santo”. Mentre un’altra teoria ugualmente accreditata, racconta che durante il concilio di Firenze nel 1439, il metropolita Greco Giovanni Bessarione, mentre beveva il vino, esclamò: “Questo è il vino di Xatos!”, facendo credere appunto che quel liquido rosso, avesse proprietà miracolose.

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