Noi di TraveMundi ve lo abbiamo raccontato più volte in queste settimane. Finalmente, dal 1 aprile è terminato lo stato di emergenza legato al Covid in Italia. Meno obblighi sul Green Pass rafforzato, capienza aumentata nelle strutture all’aperto e al chiuso, allentamento generale delle misure. Il tutto in attesa del prossimo step, che si verificherà alla fine del mese, e di scoprire se finalmente saremo nella fase di uscita dalla pandemia. L’Italia, però, non è ovviamente l’unico paese ad aver preso misure di questo tipo. Un po’ ovunque nel mondo si va verso un allentamento delle misure contenitive, nella speranza di poterci finalmente e gradualmente lasciarci tutto alle spalle.

Cosa che si augura ovviamente di fare uno dei settori che maggiormente ha risentito degli ultimi due anni. Stiamo parlando del mondo del turismo, pesantemente limitato durante il periodo della pandemia. In tanti hanno rinunciato a progettare viaggi o addirittura a partire per vacanze già programmate a causa dei contagi. E atri ancora hanno cambiato le abitudini durante la fase di prenotazione, portando per esempio alla fine – momentanea o meno lo dirà il tempo – delle occasioni last minute. Se gli addetti al settore hanno intanto trovato nuovi modi per invogliare le persone a partire, un aiuto è in arrivo anche dai governi dei vari Stati.
Allenamento delle misure, infatti, significa anche maggiore facilità di viaggiare e spostarsi per il mondo. Sono tanti, infatti, gli Stati che hanno deciso di alleggerire le pesanti regole. E che hanno quindi permesso di non dover sottostare ai vari obblighi di quarantena, tamponi costanti e simili. Oggi, allora, vogliamo parlarvi di alcuni di questi paesi che hanno allentato – o programmano di farlo- le varie misure, europei e non solo. Prima, però, partiamo da cosa bisogna fare al rientro in Italia da uno di questi viaggi.
L’Italia ha reso possibile, con un’ordinanza datata al 22 febbraio, tornare a viaggiare in qualunque luogo del mondo. Sempre, ovviamente, che le varie limitazioni nei luoghi in cui ci si voglia recare lo permettano. L’ordinanza per il momento sarà in vigore fino al 30 aprile prossimo. E prevede, nonostante tutto, alcuni obblighi a cui sottostare nel momento del rientro in patria. Per entrare o rientrare in Italia è obbligatorio complicare il Passenger Locator Form. E bisogna tassativamente esibire una certificazione che attesti il completamento dell’intero ciclo vaccinale da meno di nove mesi. O, in alternativa, una certificazione di guarigione da meno di sei mesi. C’è anche la possibilità di presentare un’attestazione che certifichi l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico, in questo caso risalenti rispettivamente alle ultime 72 e 48 ore. Come ultima spiaggia, è obbligatorio sottoporsi a una quarantena di cinque giorni, prima di sottoporsi a tampone.
Detto questo, diamo uno sguardo a quanto accade in Spagna. Come in Italia, anche lì da aprile sono state allentate le restrizioni. Non sono più obbligatori i tamponi in caso di sintomi lievi, così come le quarantene. Basterà nei dieci giorni successivi limitare le relazioni sociali utilizzando sempre la mascherina. I viaggiatori in entrata dovranno sottoporsi a controllo della temperatura e dei documenti sanitari. Prima del viaggio, quindi, bisognerà compilare il “formulario di salute pubblica”, reperibile sul sito internet “Spain Travel Health”. Cosi facendo si otterrà un codice QR da presentare) al proprio arrivo. E, a quel punto, ci si potrà godere la propria vacanza.
Torniamo ancora più vicini all’Italia, guardando alla Svizzera. Restrizioni allentate anche qui: non sono richieste certificazioni né moduli online. I turisti non devono più indossare la mascherina né a presentare il Green Pass per entrare nei luoghi al chiuso come per esempio bar e ristoranti o anche teatri e impianti sportivi. Discorso praticamente simile, poi, quello fatto dalla Polonia. Anche se per entrambi i Paesi i collegamenti con l’estero sono in lenta ripresa rispetto al numero di un tempo. E, probabilmente, per un ritorno alla normalità bisognerà aspettare l’arrivo dell’estate.
Voglia di posti esotici? Non c’è nulla meglio delle Maldive. Restrizioni rimosse qui già da metà marzo: non è obbligatorio, se completamente vaccinati, né presentare un test all’arrivo né farne uno in partenza. È però necessaria la compilazione di una autodichiarazione che attesti il proprio stato di salute, da redigere entro 48 ore dalla partenza. Il test servirà solo per i bambini che ancora non possono essere vaccinati.
Guardando ancora più lontano, l’Australia ha riaperto i confini a tutti i viaggiatori e, soprattutto, deciso di allentare le restrizioni, a partire dal 17 aprile. Non sarà richiesto un tampone negativo pre partenza a chiunque abbia completato il ciclo vaccinale. Se esentati o troppo piccoli per il vaccino, basterà invece presentare un documento di identità e la propria documentazione medica. Dopo due anni di divieto, infine, potranno attraccare nuovamente nei porti australiani le navi da crociera. In attesa del 17 aprile, però, bisognerà fornire, per entrare in Australia, diversi documenti. A partire dalla certificazione di avvenuta vaccinazione, fino ad arrivare a un test effettuato entro i tre giorni dalla partenza.
In Sudafrica, poi, i confini sono già aperti a tutti i viaggiatori internazionali. Le restrizioni presenti sono state allentate: non serve più infatti l’obbligo di tampone, a patto ovviamente di essere vaccinati. Bisognerà quindi esibire una certificazione che attesti il completamento del ciclo vaccinale. In caso non ci si trovi in queste condizioni, basterà un test effettuato nelle 72 ore precedenti. In assenza di entrambe le cose, ci si sottoporrà a un test antigenico a proprie spese all’arrivo. Se dovesse dare un esito positivo la quarantena sarà di dieci giorni. In caso di breve soggiorno – meno di 90 giorni – non servirà per i cittadini italiani il visto.
Concludiamo, cambiando emisfero, con il Canada. Sarà possibile entrare, da aprile, nello stato nordamericano senza sottoporsi a un test prima della partenza. Tuttavia, in aeroporto si potrà essere selezionati per un controllo a campione. In ogni caso, non sarà obbligatoria la quarantena in attesa dell’esito del test. Basterà, per entrare, dimostrare di aver completato il ciclo vaccinale da almeno due settimane. E, per finire, sarà obbligatorio inviare ogni informazione necessaria tramite l’App – o il sito web – ArriveCAN. In questo caso, oltre alla prova della vaccinazione bisognerà stilare un piano per una eventuale quarantena.