Vedi Napoli e poi muori. Così viene spiegata la malinconia provata da abitanti del capoluogo campano e turisti nel momento di lasciare la città. Fascino romantico ma allo stesso tempo meramente popolare, terra di arte e di cultura ma allo stesso tempo terra verace. Uno di quei luoghi che bisogna visitare, ma in questo caso non soltanto “almeno una volta nella vita”. Dopo la prima volta, infatti, sarà difficile resistere al desiderio di tornare sotto il Vesuvio per farsi abbracciare dal ritmo di una città unica al mondo. E, soprattutto, di una città che sa nascondere molte più opzioni per i turisti di quante si immagina.

Napoli, infatti, non è soltanto le sue attrazioni più note e non è soltanto buon cibo. Non è, per intenderci, soltanto Castel dell’Ovo, il lungomare, il Maschio Angioino e il Palazzo Reale. Non è soltanto il Duomo e Teatro San Carlo, o la vicina Pompei e l’onnipresente Vesuvio. A Napoli, infatti, c’è molto di più e una parte ve l’abbiamo già raccontata in passato. Stiamo parlando della Napoli sotterranea, un’altra città che conserva le tracce di un passato quanto meno secolare. E che regalerà a tutti i turisti un’esperienza unica. Oggi, però, vogliamo allora parlarvi di un’altra opzione forse meno nota, ma allo stesso tempo probabilmente tra le più belle in assoluto.
Le scale di Napoli
Si tratta di un percorso ben noto anche al cantautore Edoardo Bennato. Che, in una sua canzone, parla di ciò che stiamo per raccontarvi come “il percorso della città obliqua” e “il tesoro della città antica”. Ma non è solo Edoardo Bennato a conoscere bene questo percorso, che potrebbe apparentemente sembrare del tutto onirico a un primo ascolto della canzone. Si tratta, infatti, di un percorso che esiste davvero e che da sempre appassiona i cittadini e viaggiatori che si recano a Napoli da ogni parte del mondo. Stiamo, infatti, parlando delle oltre duecento scale di Napoli, veri contenitori di tutti i segreti e di tutte le storie della Napoli più vera.
Queste scale sono state definite nel tempo in molti modi. Da alcuni come capolavori urbanistici senza eguali. Da altri come vie alternative e strategiche per collegare il centro storico e il mare con le colline. Altri ancora, invece, le definiscono come perfetti percorsi di trekking urbano che permettono di immergersi negli scorci più incredibili della città. La verità, però, è che nessuna di queste definizioni è sbagliata e che forse nessuna è allo stesso tempo sufficiente. Si tratta infatti di un incredibile snodo di scale e scalini che collegano tutta la città e le sue varie zone con un sistema complesso e allo stesso tempo affasciante. Queste scale, allo stesso tempo, sono lo sfondo perfetto per incorniciare una istantanea di un viaggio a Napoli. Per ciò che significano, che conoscono e che hanno ispirato, basti del resto chiedere ai poeti ottocenteschi o ai set cinematografici del passato.
Queste scale, insomma, sono le vere vene pulsanti che fanno battere il cuore cittadino. Sono loro che danno vita a Napoli, che collegano il centro storico con Posillipo, con il Vomero e con Camaldoli, per esempio. E ormai sono diventate del tutto vere e proprie attrazioni turistiche che i viaggiatori vogliono e devono ammirare. Soprattutto, a questo punto, tutti coloro che amano il trekking urbano e che quindi non si limitano a godere del sole e del mare della città, ma vogliono andare sempre più in alto alla scoperta di strade nuove. E, soprattutto, di visioni surreali e suggestive sul Golfo di Napoli, illuminato dal sole, baciato dal mare e contornato dal Vesuvio.
Ma andiamo a vedere un po’ di storia e di dettagli. Queste scale furono realizzate per poter collegare senza problemi le varie zone cittadine e allo stesso tempo per poter raggiugnere i monasteri e le chiese. Si tratta quindi di scale che sono centrali nella memoria storica di Napoli. Ovviamente, alcune di queste non esistono più mentre altre sono diventate semplici discese. Altre ancora, però, sono ancora percorribili e conservano tutta la magia del passato, continuando a regalare ancora oggi uno scenario da sogno sull’intera città di Napoli.
Alcuni di questi percorsi, proprio per queste caratteristiche di cui vi abbiamo parlato, sono diventanti iconici. Tra questi c’è senza alcun dubbio la Pedamentina. Si tratta di un itinerario che è composto da ben 414 scalini e che collega la Certosa di San Martino con il Corso Vittorio Emanuele. Questa scala fu costruita nel XIV secolo e testimonia tutta la complessa chiave di lettura urbanistica della città campana. E ancora oggi è senza alcun dubbio uno dei luoghi preferiti di cittadini e turisti da cui osservare il panorama.
Altre scale ancora oggi percorribili sono le Rampe del Petraio. Queste furono costruite invece tra il XVI e XVII secolo. Si tratta di un percorso che collega il Vomero fino al quartiere Chiaia, portando addirittura fino al Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa e che si conclude alla Certosa di San Martino. Un’altra scalinata degna di nota è senza alcun dubbio la Salita Tasso. Le prime documentazioni risalgono alla fine del XVIII secolo, grazie alle mappe del Duca di Noja. Ma anche la Salita di Cacciottoli che prende questo nome proprio dalla villa che si trova lungo il percorso. Da qui, a un certo punto la scalinata si prolunga e dà vita a un nuovo percorso, noto come le Scale di Sant’Antonio ai Monti, percorso che porta fino al quartiere di Montecalvario.
Ma non solo: ci sarebbero ancora lo Scalone monumentale di Montesanto, i Gradini del Paradiso e il Pendino Santa Barbara. Come evidente, insomma, le scale che abbelliscono Napoli sono infinite ed è pressoché impossibile farne un elenco completo. In ogni caso però il consiglio che ci sentiamo di dare a chiunque si trovi in città è quello di guardarsi intorno con estrema attenzione. Questi percorsi sono infatti sempre dietro l’angolo e non aspettano altro che nuovi turisti e nuove storie, per portarvi alla scoperta di una città davvero incredibile. E soprattutto capace di far scoprire sempre nuovi angoli e nuovi risvolti di sé, costringendo i turisti a tornarci ciclicamente.